Questo posto merita più di due parole, perché è molto più che un’attività commerciale, molto più che una sosta, molto più che un’ottima cena o un bel panorama. Essentia, a Larino, è, per il mondo, come il cuore che nel Mago di Oz manca all’uomo di latta. L’amore per quello che la sua terra produce, fa di Salvatore un ospite unico, la cui prima preoccupazione, al tuo arrivo, non sono i documenti da registrare e nemmeno il check in, ma mostrarti la bellezza faticosa dei suoi grani antichi, spighe alte e gonfie di chicchi che a tavola portano profumi dimenticati. Sì, perché la tavola, poi, è il vero posto del viaggio. Anzi, del viaggio è meta e origine. In un’a**osfera da cena in famiglia, Salvatore porta in sala i suoi prodotti, li spiega, li bagna con buonissimi vini molisani, e quasi si incanta lui stesso nel racconto delle processioni contadine e dei carri parati a festa, trainati da coppie di buoi, vestiti di fiori di carta che le donne iniziano a creare a gennaio perché a maggio tutto sia perfetto. In un mondo dove “chilometri zero” è diventato un marchio furbo per spacciare genuinità sospetta, visitare Essentia dovrebbe essere quasi obbligatorio, ché in una terra che per molti non è piatta, di certo il palato è spesso appiattito da cibi senza una storia. Qui da Salvatore, ritroverete il filo, e ritroverete la storia; qui il grano antico, la soppressata, la pampanella, saranno il frammento sul quale si avvolgerà la perla di un posto dell’anima, dove le cose - tutte le cose - sono solide e semplici.
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